Paolo Bougeat
È nato ad Aosta nel 1963. La sua formazione musicale si compie al Conservatorio “G. Verdi” di Torino dove si diploma in organo e composizione organistica e in clavicembalo. Segue vari corsi di perfezionamento ed in particolare quelli di Cremona attinenti al repertorio organistico francese antico, romantico e contemporaneo. Svolge attività di organista e clavicembalista; in qualità di compositore, ha ottenuto premi e riconoscimenti in concorsi internazionali e molte sue opere organistiche sono state pubblicate dalle “Edizioni Carrara” di Bergamo. è docente di organo e composizione organistica all’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta a cui affianca l’instancabile ricerca di documenti musicologici: dopo il libro “L’organo della Cattedrale di Aosta 1902-2002” (Aosta, Musumeci Editore, 2002), è di recentissima pubblicazione il libro “Organi in Valle d’Aosta”, relativo ad alcuni fra i più interessanti organi valdostani (Editore “Le Château” – Aosta).
L’arte del contrappunto per tastiera nell’area germanica
In relazione al tema legato alle proporzioni e alla struttura formale, nell’arco di tempo compreso tra i secoli XVII e XVIII, i musicisti di area germanica hanno confezionato autentici capolavori, portando al massimo sviluppo la più complessa arte compositiva legata al contrappunto: la fuga. Autori come Johann Pachelbel, Dietrich Buxtehude e, più fra tutti, Johann Sebastian Bach, hanno altresì applicato in modo ineguagliato l’Ars Rhetorica, vale a dire il sapiente utilizzo di figure “preordinate” volte a dare maggiore enfasi al contesto musicale e, soprattutto, a ricondurre un determinato pensiero attraverso elementi sicuri ed inconfondibili. Già Girolamo Frescobaldi, nelle prefazioni alle sue celebri toccate, indicava la parola “affetti” lanciando il messaggio al lettore che far musica non significasse solamente suonare delle note, bensì trasmettere dei particolari stati d’animo, proprio già espressamente indicati dall’autore attraverso delle figure musicali. Il problema stava proprio nel saper riconoscere queste figure ed applicarle in modo espressivo. Johann Sebastian Bach raggiunge livelli estremi, non solo per aver creato opere piacevoli all’ascolto, ma soprattutto per aver applicato in modo superlativo moltissime figure, legate in particolare all’enfatizzazione del significato della parola in ambito teologico. E qui entra di scena anche l’elemento che convive con l’espressività, il numero attraverso la sua più antica disciplina, la Ghematria, che, applicata al pensiero filosofico e teologico tedesco, portò nell’ambito musicale alla correlazione tra numeri e nomi o fatti o espressioni bibliche: in Bach il numero 14 è la somma delle lettere del suo cognome, il numero 1 Dio: l’unità, il 2 l’uomo, il 3 la Trinità, e così via, in una serie di numeri che si incrociavano con figure ritmiche e musicali in composizioni dalla perfezione totale! In più attraverso le proporzioni formali si potevano esprimere i vari significati correlati ai numeri. In molti casi Bach utilizza una serie di battute corrispondenti ad un preciso significato e legati anche agli intervalli creati dal gioco contrappuntistico, in particolare dai canoni, di cui tre molto significativi, basati sulla medesima aria, sono presentati in questo programma.
Oltre alle proporzioni geometriche della musica vi è un importante aspetto legato all’universo sonoro che ci circonda e che, rapportato ai limiti della tastiera, viene concretizzato con il tipo di suddivisione che si può compiere sui 12 semitoni che costituiscono l’ottava. Uno stesso brano può prendere colori differenti soltanto modificando il tipo di temperamento. Nella serata cercheremo di provare questa sensazione mediante l’esecuzione del medesimo brano su due diversi strumenti accordati con due temperamenti differenti.
Dialogo tra il do maggiore e il do minore
Johann PACHELBEL (1653–1706)
Preludio in do minore
Fuga I in do magg.
Fuga II in do min.
Fuga III in do magg.
Ricercare in do min.
Fuga IV in do magg.
Dietrich BUXTEHUDE (1637–1707)
Fuga in do maggiore
Il fascino dei cromatismi
Johann Sebastian BACH (1685–1750) (attrib.)
Kleines Harmonisches Labyrinth BWV 591
(Introitus-centrum-Exitus)
Dialogo tra il sol maggiore e il sol minore
Johann Sebastian BACH
dalle “Goldberg Variationen” BWV 988:
Aria
Canone alla terza (Variatio 9)
Canone alla quinta (Variatio 15)
Quodlibet (Variatio 30)
Franz A. HUGL (XVIII° sec.)
Fuga in Sib magg.